domenica 23 dicembre 2012

E se bastasse non fare assolutamente niente?


E' potente, il fuoco.
E' un richiamo antico, emerge dalle nebbie dei ricordi, si insinua nel tuo adesso e sussurra storie. Capisco perché ci si riunisse a "veglia" attorno al camino, a raccontarsi storie, prima che l'arrivo di una tivvù in ogni casa scompaginasse questa abitudine, e mi piace pensare a tutte le volte che mi svegliavo presto, a casa, per godere del tepore del fuoco che mia mamma accendeva all'alba, in completa solitudine. Quell'abitudine vive dentro di me. Più che l'abitudine (a casa mia non ho il camino, sarebbe dura farla sopravvivere) continua a essere presente in me quell'attitudine solitaria, che si compiace dei momenti di silenzioso ascoltare, interrotti da una lettura piacevole o un semplice sguardo fuori dalla finestra. In questi giorni di fine anno, più che mai  mi piace dare libero sfogo a questa indole riflessiva e mi compiaccio nell'osservare quante cose inutili al viaggio siamo capaci di collezionare dentro di noi. Avete presente il trasloco di una casa? Il momento preciso in cui si aprono gli armadi per riempire gli scatoloni delle cose in essi contenuti, e si realizza improvvisamente che negli anni siamo stati in grado di collezionare una quantità spaventosa di roba inutile, che neanche immaginavamo di avere immagazzinato? Credo che da un giro nei cassonetti, si sia in grado di capire se in zona qualcuno sta traslocando. Ebbene, la sensazione che ho dentro di me in questi giorni di fine anno, è la medesima. Mi accorgo cioè, nello stare quieta con me stessa, che spontaneamente mi libero di molti orpelli, di tanto inatteso superfluo collezionato durante il percorso. Mi rendo  conto che davvero basta poco e che le risposte (qualora ci si aspetti di ottenerle) sono custodite dentro di noi e non nei rapporti che si vanno costruendo. In quest'ottica, non solo si ridimensione quel carico di aspettative (spesso schiacciante) nei confronti di chi incrociamo, ma si sperimenta la possibilità di affinare sguardi altri su quanto ci circonda, esprimendo un'atteggiamento più volitivo su una realtà che, a conti fatti, siamo noi a creare con i nostri pensieri e il nostro sentire.
Mentre imperversano Auguri di ogni bene e immagini di prosperità innevata, sento in cuor mio il bisogno di prolungare questo spazio di silenzio per fare spazio, allargare il respiro, prepararmi a sguardi nuovi e a prospettive inattese. Del resto lo diceva anche Eddie Vedder che l'essenza dello spirito dell'uomo sta nelle nuove esperienze, e immagino sia questo l'augurio che in cuor mio sento di fare a chiunque si senta pronto per un cambiamento radicale. Non temete, non occorre fare niente in realtà: è sufficiente smettere di opporre resistenza a ciò di cui ci viene quotidianamente proposto di fare esperienza. Tutto qua!

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