E' mezz'ora che mia figlia è chiusa in camera. Ripete in modo ossessivo una filastrocca di Natale che ha appena composto per la sua famiglia. Mi intenerisce e mi affascina il suo mondo, eroicamente intriso di poetica magia, a dispetto del prosaico che quotidianamente bussa con insistenza alla nostra porta. Credo che i veri eroi siano i puri, i veri, quelli che ci credono perchè lo sentono, che vivono il presente con trasporto e godimento perché si arrendono a questo attimo, veramente, completamente, senza opporre resistenza alcuna.
Più vado avanti con gli anni, più mi rendo conto che davvero per i più la crescita rappresenti un lungo, graduale, inesorabile percorso nell'oblio. Si tende infatti a dimenticare, a cancellare, a ritagliare la realtà a propria immagine, allontanandosi spesso dal senso vero e profondo delle cose, pena un giorno qualunque, di piovosissimo nulla, rendersi conto che si sta vivendo la vita di qualcun'altro, interpretando ruoli che ci hanno appiccicato sulla schiena per renderci immediatamente riconoscibili nel supermercato della vita, perdendosi di vista.
Per scongiurare il pericolo, credo che si dovrebbe vivere a contatto con i bambini, i veri saggi, insieme agli anziani che faticano a trovare una giusta collocazione in una società che pretende di non invecchiare mai (solo in apparenza, ovvio) e ci si dovrebbero consentire più follie quotidiane, iniziando con il prendersi meno sul serio, lasciando scivolare una buona dose di leggerezza sulla propria vita. Per dirne una, non credo che necessariamente la professionalità di una persona passi attraverso un modo sobrio di vestire, un'auto in ordine e un biglietto da visita inappuntabile: come al solito in questo elenco manca l'ingrediente principale, quello umano.
Nel fare selezione del personale, ho sempre badato al curriculum ma solo per capire se c'era una capacità organizzativa dei pensieri e una qualità nello scrivere, oltre che una esperienza pregressa (che però, in base ai ruoli, non è mai stata indispensabile)... per il resto trovo i curricula spesso noiosi, scarsamente indicativi delle qualità umane e della potenzialità creativa dei candidati che sono per me elementi imprescindibili in un lavoro di squadra. In una parola, i bambini non scriverebbero mai una sequenza così noiosa di cose inutili: bisognerebbe davvero imparare da loro!
Di recente ho chiesto di fare un colloquio. Non mi occupo più direttamente di selezione del personale ma, trattandosi di un ruolo immediatamente sottoposto al mio, ho chiesto di poter incontrare la candidata. Il motivo? Volevo "sentire" la persona, capire se si trattava di una persona ancora capace di ballare, anche se l'unico posto possibile è la cucina, di quelle che piacciono a me, le uniche con le quali si possa tentare di costruire qualcosa insieme....
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