lunedì 18 febbraio 2013

Per una porta che si chiude...

Traccheggio da un pò.
Veramente sono anni che lo faccio.
Non mi ricordo il giorno in cui mi sono seduta alla finestra della mia vita ad aspettare che qualcosa cambiasse ma so che mi sentivo felice nel far stare bene le persone che passavano di lì e che per molti anni ho barattato la mia (in)felicità con la gioia altrui.
Qualcuno dice "che lo fa", che è una reazione tipica, un anestetico dell'ultim'ora, un rimedio sicuro (nel breve periodo).


Poi però torna il dolore.
Spesso torna "incarognito", perché tu sei stata brava ad ignorarlo e lui ti urla in faccia che stai male e che non puoi passare il resto dei tuoi giorni cieca, sorda e muta.

Quando torna a sanguinare, la ferita ti presenta il conto di una vita e di tutte le tue latitanze. Ti dice: "Guarda che non c'eri quel giorno in cui hanno violato i tuoi confini, dove eri quando si sono presi i tuoi sogni e i tuoi spazi e cosa facevi mentre ti derubavano del tuo tempo?".

Quando realizzi che l'unica risposta possibile è: "Non lo so, mi sono persa di vista", ti senti come una madre che nella folla del mercato perde la bambina che teneva per mano e disperata cerca tra la gente, chiama, urla, si dispera... ma le persone si sono inghiottite quella bimba, che sei tu. In quel preciso istante di smarrimento, in cui tutta la strada fin qui percorsa sembra esaurirsi in un lunghissimo capogiro, ti fermi e respiri e stai, prendendoti finalmente per mano.

Non ci sono più scuse: sei sola con te stessa, con il tuo dolore ma anche con il tuo Io sacro, quello che avevi smesso di ascoltare e che ora ti si para davanti in tutto il suo muto splendore. Si, d'accordo, è un pò stropicciato il tuo IO e tu, se ti guardi allo specchio, li porti sul viso quei giorni che ti hanno solcato l'anima ma ci sei e c'è tutta la vita che batte e galoppa al ritmo del cuore e che esce in mille bagliori dal tuo sguardo.

Ci avevi creduto, eri stata brava a raccontartela. Non mi avranno mai, ripetevi,  io farò tutto in modo esemplare, penserò al bene di mia figlia, all'azienda, a che tutti possano continuare la loro esistenza tranquillamente in poltrona mentre io sarò brava a correre nel bagno e stare attenta di essermi chiusa a chiave dentro, prima di urlare la mia rabbia e la mia frustrazione. Ma un momento: non è continuare a stare alla finestra a guardare la vita passare, comportarsi così? Cioè, non è perseverare nel volere a tutti i costi sempre e comunque compiacere qualcuno, pensare di separarsi dopo 18 anni mettendosi i cocci in tasca e continuando a sorridere a tutti come se niente fosse, portando avanti una situazione che, di fatto, non è più la tua?

Bene, eccola qui la verità: ci sono cocci e dolori, difficoltà e incertezze, aspettative infrante, visioni del mondo che un giorno si separarono per seguire ognuna la sua via. Niente di nuovo nel panorama odierno e aggiungo che, per una volta, posso anche concedermi il lusso della beata e rassicurante "normalità", anche se la vorrò vivere a modo mio. Quindi la smetto di comportarmi come se niente fosse e accetto l'idea che è la mia vita tutta che sto resettando, non solo quella sentimentale che era, di fatto, legata a doppio filo a quella professionale. Accetto anche l'idea che questo comporti una separazione da una visione, un sogno di accoglienza, fatto di situazioni e persone, incontri, iniziative volti a costruire un luogo in cui prendersi cura delle persone. Del resto, sono stata presuntuosa a credere di poter avere cura degli altri senza averne per me stessa e faccio un passo indietro, torno da ME.

Tutto ciò che ho sin qui realizzato, incontrato, conosciuto, imparato, rimane il tesoro più grande che io sia stata capace ad oggi di scoprire e sarà, di fatto, parte integrante dei miei passi futuri. Benedico quindi tutti i miei giorni, quelli belli come quelli brutti, perché sono qui grazie alla loro somma.
Sarà un anno intenso, questo a venire, nel quale sarò impegnata a riscoprire il senso di quanto abbiamo fatto insieme e a salutare con gratitudine e rispetto una casa che per me ha rappresentato la più emozionante e stimolante palestra di vita che potessi sperare di incontrare.

Del resto, se ad oggi constato una difficoltà nel vedermi riconosciuto il merito di un impegno lungo 15 anni, è perché io stessa ho da imparare a "vedermi": accolgo quindi l'invito a guardare in faccia questa mia mancanza e prometto che farò del mio meglio.

9 commenti:

  1. Ciao Francesca.
    Aiuto...
    Ho le vertigini solo a leggerti, figuriamoci a mettermi nei tuoi panni...
    Devo aver perso le puntate precedenti.
    Recupererò...
    Ma non mi piace sentirti parlare così.
    Non è vero che devi resettare.
    E neanche che non ti è riconosciuto quel che hai fatto in questi 15 anni.
    Anche solo per me.
    E, fossi l'unico sul pianeta, e sono sicuro che non è così, sarebbe già una vittoria.
    Tu sei una gran bella persona.
    E non credo a quel che dici, e so anche che non lo credi nemmeno tu.
    Ti stai facendo fregare...
    Da quella insulsa, inetta parte di noi che crede che la vita è avere, possedere, essere al centro di tutto.
    Purtroppo è maledettamente così, ma è anche vero il contrario...
    Tu esisti, sei, ed il creato sarebbe nulla se tu non ci fossi.
    Ma è altrettanto vero che se non ci fosse il creato, tu non serviresti a nulla.
    So che è filosofia spicciola e cervellotica, ma ti servirà per gonfiare in maniera esponenziale il tuo Io e per farlo sentire contemporaneamente microscopico.
    Che la vita è talmente grande che non esiste, se confrontata all'infinito che ci circonda.

    Io comunque ci sono.

    E so che, come me, ci saranno per sempre tutte quelle personecosesensazioni che ti hanno voluto bene.
    Per quello che sei.
    Non per quello che dai...
    A me piace, Francesca.
    Pace e bene...

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    1. Caro Ernesto, sei tutt'altro che filosofico o forse lo sei ma capisco bene (e apprezzo) quanto mi dici. In cuor mio so perfettamente che quanto è stato ha un valore immenso che viaggia con me, ovunque io sia diretta e che non lo potrei barattare con alcuna ricchezza materiale, tanto è prezioso.
      Mi sento amatissima e da molte, a tratti insperate, personecosesensazioni e la gratitudine mi vince su qualsiasi altro sentimento.
      Preziose, vere e piene di amore le tue parole.
      Non posso fare altro che ringraziarti e gioire di quella "lucina" che hanno acceso dentro di me.
      A presto =)

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  2. Fra, al contrario di Ernesto, ti dico "guarda avanti, go on!"... la maternità (di persone e cose) può far perdere punti di vista importanti. è giusto che tu riprenda te stessa. In bocca al lupo, qui facciamo il tifo per te!!

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  3. Accidenti Francesca.... non immaginavo questa decisione... così ...
    mi hai spiazzata.. e addolorata per quanto hai messo dentro in quello che scrivi.... ma, come ti ho detto, ti sprono anch'io a voltare pagina.
    Se le pagine sono incollate, scusa la metafora "bersaniana/crozziana" è facile che si spezzino e non si riesca più a ricomporre il libro o comunque sta male un foglio rotto e non solo... stropicciato, nel libro della vita!

    Che dirti... avanti dritta... ci saranno altri ambiti e ci saranno altri porti e giardini e paradisi che potrai cominciare da subito a progettare e a costruire e a veder crescere!

    Se serve una mano, ci sono , piùhe volentieri!... sai che non mi tiro indietro e, anzi, le difficoltà., lo dico sempre e l'ho provato, aguzzano l'ingegno più che le strade in discesa o, peggio ancora, piatte e monotone...

    Baci baci baci e tieni duro!

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    1. Un bell'abbraccio non te lo leva nessuno e passa a trovarmi quando vieni sull'isoletta!

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  4. Capitano, mio capitano......
    Leggendoti mi è venuto in mente il "cogli l'attimo"........... in questo momento sono in piedi sul mio banco di scuola e, commosso, solidarizzo con te!Il Cernia, l'Elba stessa sono entità astratte senza il regista principale. Se non ci sei non ci torno,..... non troverei ciò che cerco, quel clima che mi ha tenuto incollato alla meta fissa di fine luglio. Avevo preavvisato una decina di gg di soggiorno. In attesa della conferma, che devo ancora dare, attendo tue notizie....
    Ciao capitano!!!!!!!

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  5. Capitano, mio capitano.......

    sono in piedi sul mio banco di scuola per solidarietà con il "mio capitano"......ho preavvisato e devo però confermare i miei dieci gg di luglio al Cernia. Ma io al Cernia ci vado per trovare un clima che conosco e non un clima qualunque......Dodici anni consecutivi di presenza non sono un fatto casuale, ma solo la risultante di emozioni rinnovate e periodiche che senza il "cuore pulsante" del Cernia non ritroverei più. Non è la stessa cosa, no, non è la stessa cosa. Morisse questo patos, si spegnerebbe una fiammella importante che illuminava gioni sereni e felici. Caro capitano, attendo conferme per.....confermare o per non confermare.....Non c'è storia sono senz'altro con te perchè ti conosco e perciò ti stimo e ti apprezzo in modo indiscusso ed indiscutibile!

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  6. Sono commossa e riesco a dire poco in realtà ma quest'anno ci sarò caro Gino e mi prenderò lo spazio e il tempo per guardarvi tutti negli occhi e sprofondare in un lungo abbraccio perché è nel cuore che vi porto tutti. Quindi vi aspetto e niente lacrime: quest'anno al Cernia si deve solo festeggiare la fortuna di essersi incontrati!
    Avremo occasioni, momenti e situazioni nelle quali ritrovarci e rinsaldare un legame che nulla ha a che fare con un luogo e un gioco di ruoli.
    Ti voglio bene, ne voglio molto a tutti voi che avete reso la mia esperienza di vita al Cernia un momento di grande crescita.

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